Accesso in studio

 

 


15 maggio 2000

 

Accesso in studio da regolare
I tempi d'attesa per la visita incidono parecchio sul grado di soddisfazione del paziente: ogni professionista deve valutare nella propria realtà i rischi connessi ad un ingresso senza filtri

Nell'ultimo decennio la figura del GP è stata soggetta a radicali cambiamenti: trasformazioni avvenute contestualmente all'evoluzione della società e, in particolar modo, al mutamento sostanziale del rapporto tra camice bianco e paziente. Oggi il Mmg viene vissuto dal cittadino - nella maggior parte dei casi in un rapporto tra pari (elemento nuovo) - come il consulente di fiducia al quale affidare la tutela della propria salute. Un consulente che deve porre estrema attenzione all'organizzazione della propria attività, giacchè questa ricopre un ruolo importante nella valutazione dell'utente e quindi nel suo grado di soddisfazione.
Tra le voci in ambito organizzativo che più incidono sulla qualità complessiva della prestazione fornita dal medico risulta in evidenza il modello adottato dallo stesso camice bianco per ricevere i pazienti: la modalità d'accesso allo studio.
Tre sono le scelte possibili: libero ingresso; appuntamento stabilito per via telefonica; soluzione mista (sia ad accesso libero sia su appuntamento).
Seppure la scelta dipenda dalle esigenze di ciascuna realtà, resta il fatto che ogni medico prima di scegliere deve fare una considerazione su quanto debba assolutamente evitare: non risponde a "qualità" entrare in una sala d'attesa affollata, nè attendere ore per essere ricevuti da un medico stanco e spesso
esasperato dalla consapevolezza che "fuori" ci sono molte persone in attesa (fattore che spinge a ridurre il tempo da dedicare a ciascun paziente). Gran parte dello stress di un GP "matura" da situazioni che scaturiscono dal panorama descritto.
In simili circostanze il medico di famiglia, subissato da richieste d'ogni genere, non riesce più a rispondere in modo proporzionale ai problemi.
Quanto descritto (e assolutamente da evitare) si verifica solo nel momento in cui si adotti un sistema di accesso libero. Chi ha dovuto spesso fare i conti con lo studio affollato ha cercato di porre rimedio alla situazione o ampliando l'orario (nella speranza di poter diluire l'accesso) o diminuendolo (nella speranza di "salvare" se stesso, ma con la certezza di aumentare i fenomeni sopra descritti). Nessuno di questi espedienti è mai apparso risolutivo, sopratutto perchè entrambi trascurano l'elemento "qualità". Visto che, in condizione di accesso libero, non sarà mai possibile escludere di doversi misurare con la difficoltà di gestire uno studio affollato, sarebbe meglio riflettere sull'utilità di questo modello a fronte di una maggiore esigenza di qualità.

VISITA SU APPUNTAMENTO:   PRO e CONTRO

PRO

PER IL MEDICO PER IL PAZIENTE
programmare gran parte della propria attività riduce i tempi d'attesa
conoscere in anticipo il lavoro da svolgere, con migliore possibilità di documentarsi consultando la cartella clinica è gradita la "disponibilità dedicata" del medico (il medico sta aspettando proprio me !)
organizzare il lavoro con maggiore efficienza per patologie mirate le visite sono più accurate (sensazione soggettiva del paziente) non essendo condizionate dalla pressione di chi attende
organizzarsi per piani, obiettivi e azioni mirate

poter pianificare insieme al medico la gestione della propria salute

destinare del tempo in modo personalizzato a ciascun paziente
ridurre le visite non necessarie grazie al telefono
privilegiare l'attività domiciliare veramente necessaria
realizzare attività di medicina d'iniziativa (prevenzione, screening e follow up di più patologie)

 

CONTRO

PER IL MEDICO PER IL PAZIENTE
sensibile aumento dei costi per segreteria e telefono non si può parlare di reali svantaggi; va infatti precisato che accesso per appuntamento non significa rifiuto della visita, ma pianificazione ottimale delle necessità (in caso di urgenza il paziente sarà comunque ricevuto
allungamento del tempo professionale da dedicare ai pazienti
possibile perdita di pazienti nella fase d'avvio
maggiore difficoltà a gestire i pazienti abitudinari/esigenti
difficoltà nell'individuare le vere esigenze per definire le priorità