Medicina di gruppo: vero e falso
- Costituire un gruppo può essere costoso
vero: Un problema è già rappresentato
dalla sede: meglio comprarla o affittarla? «Ci vogliono determinati requisiti e
dimensioni congrue; spiega Daniele Ponti, medico di gruppo a Induno
Olona (Varese). «E questo costa. Poi ci sono le spese legali, la gestione
dell'associazione: tre milioni di notaio, cinque di commercialista. Insomma, i
costi ci sono, pur tenendo presente che dividere le spese con altri colleghi
diminuisce di molto i sacrifici».
falso: «Noi , afferma Guido
Marinoni di Bergamo, pagheremo un affitto basso in cambio della
ristrutturazione che ci siamo sobbarcata. Tra sede e dipendenti la spesa non
dovrebbe superare i 20 milioni annui a testa. Da anni lavoriamo in gruppo e devo
dire che economicamente non ci abbiamo né rimesso né guadagnato. Ma ci sono
vantaggi professionali, migliora la qualità dell'assistenza».
- La convivenza con gli altri non è facile
vero: Problema apparecchiature. Se uno del
gruppo acquista per esempio un computer potente e lo mette a disposizione degli
altri in modo che diventi indispensabile alla gestione del gruppo, una volta
emergessero eventuali dissidi non è certo semplice portarlo via. E questo vale
anche per le altre attrezzature.
falso: «Alla convivenza si dev'essere
portati» sottolinea Klaus Widmann, medico di gruppo di Bolzano. «In compenso
si ha però la possibilità di uno scambio di opinioni che significano un
aggiornamento costante. Le soddisfazioni arrivano, si vedono nella gestione
ordinaria del paziente».
- La soluzione migliore è la cooperativa
vero: Rispetto al gruppo, le caratteristiche
della cooperativa sono vincenti. Con questa formula, tra l'altro, si possono
evitare i problemi di convivenza ed è possibile partecipare a programmi
sanitari più stimolanti dal punto di vista professionale. Ma un discorso
analogo va fatto per la medicina "in" gruppo, balzata alla ribalta in
tempi molto recenti.
falso: Resta confusa la normativa sulle coop
mediche. E poi, se in genere un gruppo ha un bacino d'utenza di 7 mila persone
(il massimale di 12 mila è difficile da raggiungere), la cooperativa opera su
decine di migliaia di abitanti e pare semmai destinata a divenire complementare
alla medicina di gruppo, offrendo servizi ai singoli medici o alle stesse
medicine di gruppo.
- Si condividono responsabilità penali e immagine
vero: Il problema d'immagine non è da
sottovalutare. Se in un gruppo c'è un medico che fuma e questo non piace ai
pazienti è un guaio. Se uno decide di gestire iniziative per i
tossicodipendenti, l'inevitabile presenza di una clientela diversa dal solito in
sala d'aspetto si riflette anche sul resto del gruppo.
falso: La responsabilità penale resta
personale, e nell'ambito di otto medici quello da cui il paziente esige una
determinata prestazione è facilmente riconoscibile ai sensi di legge.
- Alcuni del gruppo possono rimetterci
vero: Le entrate possono essere squilibrate
quando c'è un "solista" che firma più certificati o effettua più
prestazioni libero-professionali degli altri colleghi fatturando
all'associazione (lo statuto deve prevedere anche questa eventualità).
falso: Si può sempre aggiustare il tiro in
corso d'opera, a patto che il gruppo sia d'accordo. In ogni caso, sia le
prestazioni specialistiche, sia i certificati devono essere sempre fatturati da
una persona fisica riconoscibile e responsabile dell'atto medico.
- In gruppo i guadagni non aumentano
vero: In effetti il miglioramento va inteso
più in termini di qualità delle cure offerte al paziente e di aggiornamento
personale nonchè di balzo in avanti della qualità del proprio lavoro di medico
generale.
falso: Gli utili in più possono venire
dalla libera professione che viene svolta dal gruppo (esempio: le indagini
strumentali). In genere quest'utile viene ripartito in proporzione all'apporto
di ciascun associato e non è necessariamente in proporzione al numero di
assistiti.